"Noi, Winston, controlliamo la vita a tutti i suoi livelli. Tu immagini che esista qualcosa come 'la natura umana' che si sentirebbe oltraggiata da quello che noi facciamo e che si ribellerà contro di noi. Ma siamo noi a crearla, questa natura umana. Gli uomini possono essere manipolati in tutti i modi. Essi sono inermi, come gli animali. L'umanità è il Partito. Gli altri ne sono fuori, e non hanno alcun valore."
Finalmente posso parlare di questo romanzo! E dico finalmente perchè ho temuto di non farcela mai, ma mi sono dovuta ricredere.
1984 è un classico scritto da George Orwell (Eric Arthur Blair). Un distopico per eccellenza che vede il mondo diviso in tre superstati continuamente in guerra; Eurasia, Oceania e Estasia.
Ho provato emozioni decisamente contrastanti nella lettura di questo romanzo, le prime 100 pagine sono state particolarmente faticose per me (ho agognato dei dialoghi come mai in vita mia 👀) MA, perchè c'è un ma, ho compreso successivamente perchè l'inizio di questo scritto fosse così...pedante e ripetitivo.
Immagino che Orwell volesse in qualche modo immergere il lettore totalmente nello spirito della storia e l'unico modo era quello di far patire la stessa angoscia di Winston, il protagonista, a chi fosse impegnato nella lettura. E ci è riuscito! Una volta superato lo scoglio delle 100 pagine, 1984 diventa scorrevole e avvincente per incappare poi in un altro spiegone del diario di Goldstein. Superato anche quello beh, una volta arrivati alla fine della lettura, si possono avvertire due specifiche sensazioni.
L'orrore che questo romanzo sia sempre, e dico sempre, attuale e la soddisfazione di essere arrivato fino alla fine, perchè nonostante la pesantezza in alcuni punti del romanzo, è un capolavoro.
Nonostante ciò, io durante la lettura mi sono sentita come se stessi leggendo più un horror che un distopico 🤣 il solo pensiero che tutto questo potrebbe accadere mi fa venire la pelle d'oca. Forse era proprio quello che voleva lui.
Voi lo avete letto? Che ne pensate?
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